BIKE FIT E POSIZIONAMENTO

Il Bike Fit deve essere un perfetto sincronismo tra corpo e mezzo meccanico, l’uno deve adattarsi all’altro e viceversa il tutto però seguendo delle regole ben precise che richiedono grandi competenze e una esperienza di tanti anni sul campo.

Il nostro sistema prevede un assetto in Dinamica  a media o alta intensità con la valutazione degli angoli in 3D delle posizioni assunte dal vostro corpo direttamente sul vostro sul mezzo meccanico mentre pedalate simulando pianura e salita. Questo avviene dopo aver valutato la Postura e le eventuali correzioni osteopatiche da apportare prima di posizionarci sulla bici. Una rilevanza fondamentale è data dalla tipologia di mezzo utilizzato (strada o MTB) e dalle tipologie di gare/escursioni  nelle diverse discipline che si andranno ad affrontare. Non esiste un posizionamento per tutto e soprattutto uguale per tutti i mezzi ma soprattutto dobbiamo accettare il fatto che possa essere in continua evoluzione in base alle caratteristiche e alle diverse richieste che ci saranno con il passare del tempo.

Nel mio trascorso da ciclista ho veramente provato tanti posizionamenti in bicicletta il tutto alla ricerca di quella posizione che mi permettesse di migliorare chissà quanto.. e allora ho girato tanti “biomeccanici ” l’amico e collega Luca Russo uno dei massimi esperti di biomeccanica che abbiamo in ITALIA starà ridendo.. la parola biomeccanico oggi mi fa sorridere un po’ come se fosse una figura mitologica una figura rappresentata a volte dal classico meccanico di biciclette, dall’ex professionista che si inventa professionista di un’altra area e materia, da laureati in Scienze motorie, da laureati in Scienze Motorie che quando abbiamo fortuna hanno avuto anche un trascorso come ex ciclisti, e se abbiamo ancora più fortuna magari hanno acquisito anche delle competenze in ambito sanitario..


Ogni volta che mi recavo
da un biomeccanico questo mi modificava qualcosa, chi mi alzava un po’ la sella, chi me la abbassava, chi me la avanzava, chi me la arretrava chi mi aumentava il dislivello, che mi diceva di cambiare la pedivella.. uscivo di lì e spesso.. da prima probabilmente non era cambiato nulla o quasi tranne nella mia mente dove iniziava a prendere sempre più forma il DUBBIO..

Dopo qualche anno ho iniziato a chiedermi come fosse possibile che una materia così complicata, così misurata.. come fosse possibile  non ci fosse una linea guida uniforme e l’intervento della scienza nel rendere questa disciplina omogenea, nel rendere un ragionamento semplice e uguale per tutti.. é da qui che  ho cercato di ampliare i miei studi iniziati tanti anni prima.. e dopo  la laurea magistrale in Scienze Motorie ho proseguito gli studi in ambito sanitario, alle mie spalle ho oltre 1000 test fatti sugli atleti e almeno 500 posizionamenti in bici..

L’assetto oggi chiamato bikefit che come abbiamo accennato prima riguarda lo STUDIO di tutto ciò che si può misurare, angoli, gradi, cm, valutazioni pressorie e misurazioni di Potenza, ha dei Punti Fermi delle regole fisse validate a livello scientifico ad esempio il miglior angolo di posizionamento del ginocchio può variare dai 140° ai 150° con analisi  statica  e il range si sposta dai 143°-153° con un’analisi dinamica a bassa intensità. Questo angolo ad esempio ci tiene lontani da un sovraccarico di questa articolazione e ci garantisce un azione di spinta performante sul pedale.. la letteratura ancora ci dice, che per intervenire sul low back pain il mal di schiena lombare, il miglior modo è quello di agire sulla inclinazione della sella portandola con la punta un pochino verso il basso rispetto ad una linea virtuale orizzontale, questo ci permetterà di dare un atteggiamento più fisiologico alla curva lombare.. ci dice ad esempio che nel dubbio è meglio scegliere una pedivella più corta rispetto ad una più lunga per ridurre la compressione dell’arteria femorale che si viene a creare quando in fase di flessione abbiamo una chiusura importante tra femore e busto.. questo permetterà una migliore ossigenazione dei tessuti e permetterà una migliore mobilità e controllo del muscolo del diaframma quello della respirazione.

 Poi c’è il Setting un mondo pieno di variabili..

E qui vi racconto un aneddoto mio personale solo per rendere l’idea.. io e il mio collega e collaboratore di sempre Giorgio siamo stati additati anni fa come il guru e lo sciamano solo perché grazie alla sensibilità acquisita negli anni dai diversi sport praticati e a qualche risultato ottenuto abbiamo avuto la possibilità di provare e testare tanti materiali e di riportare le nostre sensazioni agli atleti che in quel momento posizionavamo in bicicletta..
poi vi dirò come è andata a finire
setting può voler dire scegliere la miglior gomma per il terreno che si va ad affrontare oggi.. setting può voler dire utilizzare una inclinazione di sella differente rispetto alla volta scorsa perché la pendenza media della gara di oggi è maggiore rispetto a quella scorsa.. setting può voler dire scegliere le pastiglie dei freni più adeguate alla condizione di gara specifica, alla temperatura e alla tipologia di discesa che andremo ad affrontare.. setting può voler dire regolare nella maniera più idonea pressioni di forcella e ammortizzatore posteriore per aiutare il grip, per attutire meglio gli urti, le buche.. setting può voler dire utilizzare una forcella che ha un rake diverso da quello utilizzato la volta scorsa perché abbiamo bisogno oggi di più stabilità e meno maneggevolezza o viceversa..
..insomma ormai credo sia chiaro per tutti che.. l’assetto ha delle costanti imprescindibili, Il setting è un mondo pieno di variabili…

La  nostra vita è come un Pazzle e i tasselli si compongono spesso all’improvviso senza che noi possiamo deciderlo, ricollegandomi al mio trascorso, ricordate il guru e lo sciamano, avevo promesso che vi avrei detto come è andata a finire.. all’improvviso le grandi case Specialized, Trek, Cannondale si sono allineate al nostro modo di pensare hanno introdotto quei concetti che già da anni io e Giorgio avevamo anticipato e qui si è disegnato un tassello importante della nostra vita.. non sempre ciò ce fanno tutti è la direzione giusta da seguire il sentiero ha tante traiettorie che vanno viste e provate prima di essere scartate